Orietta Berti dopo la messa in onda del Grande Fratello Vip ha raccontato del grande dolore che nessuno avrebbe mai immaginato
Orietta Berti quest’anno ha deciso di mettersi in gioco, provando un’esperienza del tutto nuova dal punto di vista professionale per lei: quella dell’opinionista. La cantante, infatti, è stata scelta da Alfonso Signorini per commentare insieme a Sonia Bruganelli le dinamiche che vedono protagonisti gli abitanti della casa più spiata d’Italia: quella del GF Vip.
La cantante, dopo qualche momento di esitazione all’inizio di questo percorso, si è subito integrata al contesto dicendo la sua in merito a quello che accade all’interno del programma. Per questo motivo non poteva non condividere con il suo pubblico il grande dolore provato durante il corso di queste settimane che ha messo a dura prova le dinamiche della casa del GF Vip.
Orietta Berti, che si è trovata al centro del gossip per il cachet stellare offerto al Grane Fratello Vip, ha deciso di rompere il silenzio durante il corso di un’intervista concessa a La Stampa parlando del caso di bullismo che ha visto protagonista Marco Bellavia che dopo aver ammesso di avere dei problemi di depressione non ha ricevuto l’accoglienza sperata da parte dei suoi compagni di viaggio.
“Questo patatrac del ragazzo andato in depressione è terribile” ha esordito la cantante durante il corso dell’intervista, facendo notare che episodi del genere possono avere gravi conseguenze da cui è impossibile tornare indietro per porci rimedio. “C’è gente che per il bullismo si è tolta la vita” ha poi concluso aggiungendo che non bisogna prendere sotto mano problematiche del genere perché il risvolto potrebbe essere del tutto inaspettato.
Orietta Berti al Grande Fratello Vip ha condannato l’atteggiamento assunto dai concorrenti di Alfonso Signorini che invece di offrire una spalla su cui contare a Marco Bellavia, lo hanno ripagato con prese in giro e frasi non poco carine. Anche se c’è stato chi come Antonella Fiordelisi si è battuto in prima linea per poterlo difendere e garantire per quanto possibile un ambiente sicuro in cui potesse sentirsi accolto.